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15/09/2025

Checklist per prepararsi alla CSRD nel 2025: guida completa

Team Uyolo

7 minutes

Anche se la tua PMI non è ancora obbligata a rispettare la CSRD, il momento per muoversi è adesso. Perché? Per anticipare richieste dai grandi clienti, migliorare la reputazione, attrarre investitori e restare competitivi.

In questa guida ti proponiamo una checklist operativa per prepararti alla CSRD nel 2025, con consigli chiari e concreti per iniziare a integrare la sostenibilità nel tuo business, senza complicazioni.

Cos’è la CSRD e perché se ne parla tanto

La CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) è la direttiva europea che impone alle aziende di rendicontare in modo trasparente le proprie performance ambientali, sociali e di governance (ESG). In pratica, non basta più fare sostenibilità, bisogna anche saperla raccontare, con dati concreti e confrontabili.

Si parla tanto di CSRD perché è una svolta epocale: per la prima volta, il bilancio di sostenibilità viene trattato con la stessa serietà di quello finanziario. E anche se oggi riguarda soprattutto le grandi aziende, presto interesserà anche le piccole e medie imprese.

Sei obbligato ad applicarla? Come capirlo in pochi minuti

La CSRD entra in vigore a scaglioni, in base a dimensioni e caratteristiche dell’azienda:

  • Dal 2024: grandi imprese già soggette alla NFRD (Non-Financial Reporting Directive).
  • Dal 2025: grandi imprese non già soggette alla NFRD che soddisfano almeno due dei seguenti criteri: hanno più di 250 dipendenti e/o 50 mln € fatturato e/o 25 mln € attivo.
  • Dal 2026: PMI quotate e alcune imprese non UE con attività significative in Europa.

Se sei una PMI non quotata, potresti non essere obbligato ma è solo questione di tempo. Già oggi potresti ricevere richieste di dati dai tuoi clienti più grandi o dalle banche.

Perché prepararsi anche se non sei ancora obbligato al bilancio di sostenibilità

Anche se la tua azienda non rientra ancora tra quelle obbligate dalla CSRD, aspettare non è la scelta migliore.

I grandi clienti che devono già rispettare la direttiva, inizieranno presto a chiederti dati e informazioni per poter rendicontare a loro volta in modo completo. E se non sei pronto, rischi di essere tagliato fuori dalla catena di fornitura.

Inoltre, anche le banche e gli investitori stanno cominciando a valutare le imprese in base a criteri di sostenibilità. Dimostrare di avere un approccio ESG serio e strutturato fa la differenza nell’ottenere finanziamenti o condizioni migliori.

Prepararsi adesso significa avere il tempo di organizzarsi senza fretta, individuare le aree di miglioramento e iniziare a costruire una cultura aziendale orientata alla trasparenza e alla responsabilità.

È un’occasione per distinguersi, migliorare la reputazione del brand e rafforzare le relazioni con clienti e stakeholder. Più che un obbligo, è un investimento per il futuro.

Checklist per prepararsi alla CSRD nel 2025

Ecco una lista operativa per orientarti:

  1. Informa e forma il team, spiega internamente cos’è la CSRD, chi coinvolge e perché è rilevante anche per voi.
  2. Individua le aree chiave ESG della tua azienda. Energia, emissioni, gestione dei rifiuti, benessere dei dipendenti, governance: da dove partire?
  3. Raccogli i dati di base. Anche se non hai ancora sistemi strutturati, inizia a mappare dati ambientali e sociali (consumi, assenze, turn over, fornitori…).
  4. Definisci i tuoi obiettivi di sostenibilità. Meglio iniziare con pochi obiettivi chiari e realistici (es. riduzione dei consumi energetici del 10% in un anno).
  5. Stabilisci un sistema di monitoraggio. Piattaforme come Uyolo ti permettono di avere un metodo per aggiornare e tracciare i progressi.
  6. Prepara una prima bozza di report ESG. Anche se non sarà pubblicato, è utile per capire dove sei e dove puoi migliorare.
  7. Verifica con un consulente o partner tecnico. Se hai dubbi, meglio farti affiancare da un team esperto come noi di Uyolo.

Strumenti utili: cosa ti può aiutare nel percorso di sostenibilità aziendale

Per mettersi in regola con la CSRD o iniziare a prepararsi, affidati a strumenti evoluti che semplificano il lavoro, riducono gli errori e ti aiutano a restare coerente nel tempo.

Qui entra in gioco Uyolo, una piattaforma pensata proprio per accompagnare le imprese nel percorso di sostenibilità, anche quelle più piccole.

Con Uyolo puoi gestire gli stakeholder, monitorare le azioni ESG, raccogliere i dati necessari per il reporting e avere una visione chiara dei tuoi impatti ambientali, sociali e di governance. Il tutto con un’interfaccia semplice, comprensibile e orientata all’azione.

Quello che conta è avere un approccio graduale e strategico: partire da ciò che già hai, fare ordine e poi, passo dopo passo, dotarti degli strumenti che ti permetteranno di crescere.

Differenza con la CSDDD: attenzione a non fare confusione

Spesso si fa confusione tra CSRD e CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive). Hanno nomi simili, ma sono due direttive diverse:

  • CSRD riguarda il reporting sulla sostenibilità (scrivere il bilancio ESG)
  • CSDDD riguarda la due diligence sui diritti umani e sull’ambiente lungo la catena del valore (prevenire impatti negativi).

Sono complementari ma la CSRD ti fa raccontare, la CSDDD ti chiede di agire.

Come comunicare i dati di sostenibilità in modo chiaro e credibile

La CSRD richiede trasparenza, tracciabilità e comparabilità. Quindi:

  • Niente greenwashing: non basta dire che sei sostenibile, devi dimostrarlo con i numeri.
  • Racconta il percorso: anche le criticità sono parte del lavoro. Spiega cosa stai facendo per migliorare.
  • Usa infografiche e tabelle semplici: i dati devono essere comprensibili, non solo corretti.
  • Coerenza con il bilancio d’esercizio: i due documenti devono parlarsi, non contraddirsi.

Anche se non sei obbligato a pubblicarlo, abituati da subito a una comunicazione chiara e verificabile.

Domande frequenti

Anche le piccole imprese devono preoccuparsi della CSRD?

Sì, anche se non sei direttamente obbligato dalla direttiva, è molto probabile che ti verranno richieste informazioni da parte dei tuoi clienti più grandi. Le aziende soggette alla CSRD devono infatti rendicontare anche i dati relativi alla loro catena del valore.

Se fai parte di quella catena, come fornitore, subappaltatore o partner, prepararti in anticipo ti permette di rispondere con prontezza, senza farti trovare impreparato.

Come posso sapere se un fornitore è a rischio per la mia rendicontazione?

Non esiste un elenco ufficiale, ma puoi fare una valutazione di rischio basata su alcuni fattori chiave: in che Paese opera? Che tipo di attività svolge? Quali sono le condizioni di lavoro? Ha già adottato politiche ESG?

Se, ad esempio, un fornitore lavora in un settore ad alto impatto ambientale o in un contesto con scarse tutele dei diritti umani, è un segnale da approfondire. Puoi iniziare anche solo con una checklist interna o un breve questionario di autovalutazione da condividere con i tuoi partner.

È necessario avere un software specifico per gestire il reporting CSRD?

All’inizio no, tuttavia man mano che la rendicontazione diventa più complessa e i dati da gestire aumentano, è molto utile passare a piattaforme strutturate come Uyolo, che semplificano la gestione dei dati ESG, ti guidano nei requisiti richiesti e ti aiutano a mantenere la coerenza nel tempo.

Quanto tempo serve per prepararsi davvero alla CSRD?

Dipende da quanto sei già strutturato sul fronte sostenibilità. Se parti da zero, è realistico considerare dai 6 ai 12 mesi per raccogliere i dati, capire quali sono i punti critici, coinvolgere i fornitori e iniziare a costruire un sistema di reporting efficace. Ma prima cominci, meglio è. Prepararsi in anticipo ti consente di testare gli strumenti, formare il team e procedere per gradi senza arrivare all’ultimo minuto.

Conclusioni

La sostenibilità aziendale è un fattore strategico che incide sempre di più su mercato, reputazione e accesso a incentivi e finanziamenti.

Con l’introduzione della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), la rendicontazione di sostenibilità sta diventando uno standard per tutte le grandi società, ma anche le PMI devono prepararsi a rispondere alle richieste lungo la catena del valore, specialmente se vogliono lavorare con clienti europei e internazionali.

Le imprese italiane si trovano davanti a un cambiamento importante: nuove normative, nuovi obblighi, nuove scadenze. E per affrontare tutto questo servono contenuti chiari, strumenti pratici e soluzioni su misura, capaci di rendere più semplice il percorso verso la compliance.

Che si parli di emissioni di gas serra, efficienza energetica, diritti della forza lavoro, governance o rendicontazione ESG, quello che cambia è il livello di approfondimento richiesto e la capacità di comunicare le informazioni in una lingua comprensibile e verificabile da revisori, clienti e stakeholder.

In questo nuovo ambito regolatorio, gli standard europei possono sembrare complessi, soprattutto se confrontati con quanto avviene negli Stati Uniti, dove sono state recentemente introdotte regole obbligatorie per alcune società quotate, ma il panorama resta frammentato e meno rigoroso rispetto alla CSRD.

L’importante è partire con metodo, sfruttare i servizi disponibili, seguire le raccomandazioni ufficiali e restare sempre aggiornati sui temi più rilevanti attraverso un piano di aggiornamento continuo.

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