Prenota una demo personalizzata

Lascia i tuoi dati e un nostro esperto ti contatterà al più presto per mostrarti come Uyolo può aiutartia generare impatto positivo.

Thank you! Your submission has been received!
Oops! Something went wrong while submitting the form.

18/08/2025

Due diligence e sostenibilità: come adeguarsi alla CSDDD in modo concreto

Team Uyolo

7 min read

Fare due diligence non è più solo una buona pratica, ma un obbligo. Con l’arrivo della Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), le aziende devono dimostrare di sapere esattamente quali impatti generano, direttamente o indirettamente, lungo tutta la catena del valore, e come li gestiscono. In questa guida ti spieghiamo cosa significa fare due diligence secondo la CSDDD, da dove partire, chi coinvolgere in azienda e quali strumenti ti aiutano a non perdere tempo né la testa.

Una guida pensata per chi vuole essere in regola, ma anche costruire un percorso solido e trasparente verso la sostenibilità.

Cos’è la due diligence?

La due diligence è un processo che serve a identificare, prevenire e gestire i rischi e gli impatti negativi che un’azienda può causare, direttamente o indirettamente, sull’ambiente e sulle persone lungo tutta la sua catena del valore.

Non si parla solo di quello che succede in casa, ma anche di ciò che fanno fornitori, partner e terzisti. In pratica, se la tua impresa acquista materie prime da un fornitore che sfrutta manodopera o inquina, devi saperlo, dichiararlo e agire.

È un percorso che unisce responsabilità e trasparenza, ed è diventato ormai centrale in ogni politica ESG (ambientale, sociale, di governance).

CSDDD e CSRD: che differenza c’è e cosa ti riguarda davvero

Quando si parla di sostenibilità e obblighi normativi, è importante distinguere tra CSDDD e CSRD. Sembrano simili, ma hanno ruoli e obiettivi diversi.

La CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive) è la direttiva che impone obblighi operativi vincolanti in tema di dovuta diligenza: le aziende devono individuare, prevenire, mitigare ed eventualmente rimediare i rischi ambientali e sociali lungo tutta la catena del valore, sia a monte che a valle. Riguarda direttamente il modo in cui le imprese agiscono.

La CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), invece, si occupa di come queste azioni vengono rendicontate: richiede alle aziende di spiegare nel bilancio di sostenibilità come gestiscono i rischi e gli impatti ESG. Questo include una comunicazione chiara e trasparente di come l’azienda effettua la due diligence e, se non viene attuata, del perché, secondo il principio “comply or explain.” 

La due direttive sono quindi complementari: la CSDDD impone l’azione, la CSRD la trasparenza.

In questo articolo ci concentriamo sulla CSDDD e su cosa comporta davvero fare due diligence oggi.

Che cosa chiede esattamente la CSDDD sulla due diligence

La Corporate Sustainability Due Diligence Directive obbliga le aziende a svolgere una due diligence effettiva su tutte le questioni materiali ESG, con riferimento specifico ai diritti umani, alle condizioni di lavoro e all’ambiente. In concreto, devi:

  • analizzare gli impatti negativi reali e potenziali delle tue attività, dirette e indirette;
  • mettere in atto misure per prevenirli o attenuarli e, se necessario, porre rimedio;
  • monitorare regolarmente l’efficacia delle azioni intraprese;
  • integrare la due diligence nelle politiche aziendali, nei sistemi di governance e nei processi decisionali.

Perché oggi le aziende non possono più ignorare la due diligence

Non si può più far finta di niente. I consumatori vogliono sapere da dove arrivano i prodotti, gli investitori cercano aziende affidabili e sostenibili, e ora anche la normativa europea ti chiede di dimostrare che sai cosa accade nella tua filiera.

In più, fare due diligence ti aiuta a prevenire danni reputazionali, ridurre i rischi legali e finanziari e costruire un rapporto di fiducia con clienti, stakeholder e investitori.

In sostanza, è uno strumento che non solo ti mette in regola, ma ti dà un vantaggio competitivo reale.

Dove si nascondono i rischi nella catena del valore

I rischi non stanno solo in situazioni estreme come il lavoro minorile o l’inquinamento illegale. Molto più spesso si trovano in pratiche quotidiane come:

  • Tempi di consegna impossibili che portano a turni massacranti
  • Fornitori che non rispettano il contratto ma nessuno li verifica
  • Filiera troppo lunga, senza controllo sui subappalti

Tutto quello che non controlli può diventare un rischio concreto, e sotto la CSDDD questi aspetti non possono più passare inosservati. Serve mappare bene fornitori, processi, materiali e capire dove intervenire.

Un mini piano d’azione con i passaggi iniziali per impostare un sistema di due diligence sostenibile

Per iniziare ecco un piano d’azione essenziale:

  1. Mappa la tua catena del valore: chi sono i tuoi fornitori principali? Dove operano? Cosa producono?
  2. Identifica i rischi: ambientali, sociali, diritti umani, sicurezza sul lavoro, ecc.
  3. Assegna ruoli chiari: chi si occupa di controllare, raccogliere dati, prendere decisioni?
  4. Definisci criteri e priorità: su cosa intervenire per primo?
  5. Metti nero su bianco una policy di due diligence e inizia a comunicare le tue aspettative ai partner.

Anche nelle PMI si può partire in piccolo, basta che sia documentato e fatto con criterio.

A chi tocca fare cosa: coinvolgere i ruoli giusti in azienda

La due diligence non è solo un compito da lasciare all’ufficio acquisti o al responsabile sostenibilità. Al contrario, è un percorso che richiede il coinvolgimento attivo di più figure in azienda. 

La direzione generale deve essere la prima a crederci, altrimenti tutto il processo rischia di restare solo sulla carta. L’ufficio acquisti è fondamentale perché rappresenta il primo filtro sui fornitori, mentre l’area qualità, ambiente e sicurezza ha spesso già in mano dati preziosi su processi e rischi. 

Il responsabile HR entra in gioco per garantire condizioni corrette all’interno dell’organizzazione e promuovere una vera cultura aziendale sostenibile. 

E infine, il team comunicazione ha il compito di raccontare con trasparenza ciò che si sta facendo, sia all’esterno che verso gli stakeholder interni. Anche in una PMI con poche persone, se tutti fanno la loro parte, la differenza si vede.

Quali strumenti ti semplificano davvero la vita

Fare due diligence senza strumenti è complicato. Ma oggi esistono piattaforme digitali, tool collaborativi e checklist preimpostate che ti aiutano. Ad esempio Uyolo ti guida passo dopo passo nella raccolta dati, mappatura fornitori, policy, audit e report. L’importante è avere uno strumento tracciabile, aggiornabile e facile da condividere.

Esempi pratici: cosa devono fare le aziende per applicare la due diligence

Applicare la due diligence in modo concreto significa fare scelte precise, anche se piccole, e adattarle al proprio settore. 

  • Ad esempio, un’azienda tessile dovrebbe mappare con attenzione tutta la sua catena di fornitura, andando oltre i fornitori diretti. Può essere utile verificare anche chi lavora per conto dei fornitori, magari in Paesi terzi, e inserire nei contratti clausole chiare su condizioni di lavoro e standard ambientali minimi.
  • Nel settore alimentare, può fare la differenza ingaggiare le aziende agricole, per verificare come i lavoratori vengano selezionati e stipendiati, nonché la qualità degli alloggi qualora questi siano forniti dall’azienda, per ridurre al minimo il rischio di caporalato..
  • Per le aziende della logistica, un passo importante è iniziare a tracciare anche le emissioni generate dai partner esterni. Oltre ai mezzi propri, infatti, è fondamentale monitorare e rendicontare le emissioni indirette legate ai trasporti affidati ad altri: oggi esistono strumenti che aiutano a raccogliere questi dati in modo strutturato.

In ogni settore, insomma, esistono azioni mirate da mettere in campo. Il segreto è partire da ciò che è più rilevante per il tuo modello di business, renderlo tracciabile e inserirlo nel bilancio. Così la due diligence diventa parte integrante del percorso di sostenibilità, non un obbligo da spuntare.

Gli sbagli più frequenti e come evitarli: dalla raccolta dati alla gestione dei fornitori

Uno degli errori più comuni è pensare che basti un foglio Excel e qualche dichiarazione ben scritta per essere a posto. In realtà, la normativa richiede un sistema strutturato, con dati verificabili, aggiornati e tracciabili

Un altro errore frequente è sottovalutare i fornitori di secondo livello, quelli che non si vedono ma che possono nascondere i maggiori rischi. Anche se non riesci a mappare tutta la filiera, comincia almeno da quelli più critici: è meglio avere un dato parziale ma reale, che chiudere gli occhi.

Un classico? Fare tutto all’ultimo momento, correndo per chiudere il bilancio. Ma la due diligence funziona solo se viene integrata nella gestione quotidiana, con un monitoraggio continuo e condiviso.

Infine, attenzione a un’abitudine diffusa ossia copiare policy trovate online e incollarle nei documenti aziendali. Non solo non servono, ma rischiano di diventare carta straccia. Meglio scrivere documenti semplici, essenziali ma veri, che raccontino cosa fai davvero, anche se in piccolo. Coerenza e concretezza contano molto di più della forma perfetta.

Conclusioni: affronta la due diligence con metodo, senza ansia

Due diligence e sostenibilità non sono più un’opzione, ma un dovere per le imprese. In questo articolo ci siamo concentrati sulla CSDDD, la direttiva che impone alle aziende di attivarsi concretamente nella gestione degli impatti ESG lungo tutta la catena del valore.

La CSRD resta importante come quadro di riferimento per la rendicontazione, ma è la CSDDD a stabilire gli obblighi operativi reali. È qui che serve dimostrare cosa fai davvero.

Questa transizione richiede indicazioni pratiche, strumenti agili e una buona revisione dei processi esistenti. La materia è complessa, ma non deve diventare un incubo gestionale: serve un approccio progressivo e supportato da strumenti pensati per chi opera davvero sul campo.

Uyolo nasce proprio per questo. Ti aiuta a gestire in modo semplice e strutturato la due diligence nella tua azienda, integrandola nei processi quotidiani e rendendo più facile l’applicazione delle norme. Niente fogli volanti, niente panico all’ultimo minuto: solo dati chiari, azioni tracciabili e un sistema che tiene tutto sotto controllo.

Vuoi capire come adattarti alle nuove normative senza perdere tempo e opportunità?

Prenota una demo gratuita di Uyolo

Scopri come possiamo aiutarti a integrare la due diligence nei tuoi processi aziendali, rispettare le direttive UE e costruire un percorso solido verso la sostenibilità.

Con Uyolo hai tutto sotto controllo:

  • Raccolta dati chiara
  • Mappatura fornitori semplificata
  • Policy e report sempre aggiornati

Richiedi la demo ora e porta la tua azienda nella direzione giusta, senza stress.

Author

Team Uyolo

Serenis: profilo LinkedIn

Descrizione